Virtuosi affettati

Virtuosi affettati

Qualcuno potrebbe sostenere che la magia di Benedetti Michelangeli sia meno geniale in un Valzer o in una Mazurka di Chopin piuttosto che in Gaspard de la nuit? oppure potrebbe forse sentenziare che la tecnica di Pavarotti sia meno cristallina in una romanza di Tosti rispetto a quando interpreta Il trovatore o Lucia di Lammermoor? Chiunque sia dotato di un briciolo di sensibilità musicale direbbe che entrambi applicarono la loro perizia in modo eccelso, qualsiasi fosse il repertorio che sceglievano di interpretare. 

Arturo Benedetti Michelangeli (1920 – 1995)

Altro è il discorso per quelli che amo definire “virtuosi affettati”: si tratta di musicisti che, mancando dei numeri necessari per affrontare la maggior parte della letteratura dedicata al loro strumento, si rifugiano nel mondo degli “affetti”. Sì! è semplice: basta scegliere brani di toccante suggestione, nei quali lo scoglio digitale legato all’agilità non sussista e tutta l’attenzione possa essere dedicata a creare una “corrispondenza di amorosi sensi” con il loro pubblico. Parlo di pianoforte e canto, solo perché mi sono più familiari; ma potrei estendere il ragionamento a qualsiasi strumento e persino alla direzione d’orchestra. [Continua…]